di Ivana Ballarin
Progetto Why?
L’Istituto Comprensivo “C. G. Cesare” in collaborazione con altre Istituzioni scolastiche, con Enti di ricerca e
Associazioni del territorio, come l’Associazione per l’Educazione Permanente “Nicola Saba” promuove il Progetto WHY relativo alla divulgazione della cultura scientifica.
Per la realizzazione del progetto è stato istituito un Comitato tecnico scientifico con il compito di elaborare le linee di sviluppo, il piano operativo ed individuare le azioni per sostenere e diffondere l’iniziativa. Due sono i percorsi individuati nella prima fase: “Progetto Porto Marghera” e “Progetto Laguna di Venezia” .
Nel “Progetto Porto Marghera” che ha preso avvio ad ottobre 2015 sono state coinvolte alcune classi dei Licei Stefanini che attraverso seminari, visite e laboratori hanno iniziato a lavorare all’ipotesi di un nuovo sviluppo di un territorio che non è “altro” dalla città, ma parte integrante della medesima.
Porto Marghera oggi, le bonifiche, la messa in sicurezza, la gestione delle emergenze, la riconversione sono alcuni degli argomenti che gli studenti approfondiscono in questo progetto, che è anche un esperimento di interazione tra Scuola superiore e Università IUAV.
Ma per capire la trasformazione del territorio è stato necessario partire dalla ricostruzione storica che l’architetto Franco Mancuso ha effettuato nel seminario d’apertura; nel suo prezioso intervento ha individuato tre fasi: “Da Venezia a Marghera”, “La nascita di Marghera” e “Ieri e oggi”.
La prima fase parte da metà ‘800, quando avviene la prima grande modernizzazione
di Venezia; vengono realizzate le più importanti infrastrutture urbane: il ponte
ferroviario, il porto commerciale, la stazione marittima. Venezia è una città industriale,
ci sono infatti: fonderie, cotonifici, il Mulino Stucky, il macello, l’acquedotto,
l’officina del gas , l’illuminazione pubblica. Dal rinnovamento tecnologico dell’Arsenale
alla grande industrializzazione, preludio della creazione di Porto Marghera.
Arrivano imprenditori stranieri, si realizzano ponti in ferro, vengono interrati canali.
Si arriverà poi nei primi decenni del ‘900 alla costruzione del ponte automobilistico, di Piazzale Roma e allo scavo del rio Novo.
La seconda fase della ricostruzione storica riguarda la nascita di Marghera. Intorno al 1917 si inizia a considerare l’ipotesi di sviluppare il porto di Venezia in terraferma, lasciando al centro storico il ruolo di città d’arte e di cultura. Il disegno prevede anche la realizzazione di una vasta zona industriale e un quartiere urbano per i lavoratori, in grado di ospitare 30.000 abitanti. Si pensa ad una “città giardino”: case basse, verde intorno . Le opere previste dal Piano regolatore si estendono su aree composte da barene e terreni agricoli che appartenevano al Comune di Mestre; si procederà quindi alla modifica dei confini amministrativi che porterà qualche anno dopo alla formazione della “Grande Venezia”, un unico Comune con l’annessione di Mestre, Favaro, Zelarino, Chirignago, Malcontenta.
Ha inizio così la formazione del polo industriale con l’apertura di canali, la realizzazione di infrastrutture, banchinamento, predisposizione di terreni per l’installazione degli stabilimenti. Nel corso degli anni verrà scavato il Canale dei Petroli che dalla bocca di porto di Malamocco, attraverso la laguna, arriva alla zona industriale; si prevede anche una terza zona di espansione di Porto Marghera, che non si realizzerà per l’obsolescenza di molti stabilimenti e per la crescita di movimenti di opposizione ad ulteriori interventi
dannosi per l’ambiente.